È arrivato il momento, proprio ora mi sto imbarcando per Singapore e sento che la canzone dei Van De Sfroos riassuma esattamente quello che mi sento. Ovviamente i tempi sono cambiati: non sto partendo in nave ma in aereo e non è l’America la destinazione. Però l’idea di fondo è la stessa: qua da noi il futuro è grigio, proviamo quindi ad andare all’altro capo del mondo.
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Alla ricerca di altri mondi
Oggi, tra i feed rss che seguo, mi passa un articolo dal titolo “Eravamo piccoli, ma siamo cresciuti“. Un bell’articolo, dà speranza, quella che mi manca da un po’ troppo tempo. Però, purtroppo, leggendolo mi vengono in mente alcuni punti deboli.
La società dell’informazione?
Qualche giorno fa parlavo con un amico di famiglia, una brava persona, ma è uscito con un discorso che ho trovato abbastanza infelice, il senso era più o meno “Cosa te ne fai di tutti quei libri? ok, una libreria è bella, ne avevo una anche io piena di libri d’arte ed opuscoli di mostre e musei. Ma poi quando ti capita di andare a rileggerli? Quando ti capita di tirarli fuori durante un discorso per mostrarli ad un amico? E se proprio dovesse capitare ormai accendi il computer e cerchi quello che ti serve, quindi alla fine li ho buttati tutti”.
Voglia di sognare
Ero perso ed immerso
in un mondo senza sogni in cui ormai
nessuno ride più
Così cantano i Gemelli DiVersi in Un mondo senza sogni.
Non serve bruciare i libri…
Non serve bruciare i libri, basta fare in modo che la gente non li legga.
Questa bella citazione, di cui purtroppo non riesco a trovare l’autore, ritorna più volte nella mia testa in quest’ultimo periodo.