In questo lungo 2020 che pare non voler finire e che continua a tenerci bloccati in casa è importante trovare nuovi hobby per svagarsi un po’. Di recente ho rispolverato l’hobby del modellismo, di cui ho già parlato in Lavoretti natalizi. L’idea era imparare nuove tecniche, avere un motivo che mi tenesse lontano da uno schermo ed avere infine una scusa per scattare qualche foto.
Quindi, durante un giro al negozio locale di modellismo alla ricerca di qualcosa di economico su cui sperimentare, mi sono imbattuto in una scatoletta di astronauti in scala 1:76 della Airfix. Mi piaceva l’idea un’ambientazione fantascientifica, quindi lo ho comprati anche senza avere piani ben precisi in mente.
Dopo averne verniciati una manciata, ed averli tenuti a lungo su una mensola in attesa di ispirazione, si è iniziata a delineare qualche idea: volevo un pianeta alieno, con un portale immenso, e gli astronauti attorno ad esplorarlo. Ho passato parecchi giorni cercando di focalizzare meglio questa immagine ancora troppo vaga. Purtroppo, cercando su internet “basi aliene” si trovano soprattutto astronavi, ed aggiungendo “sulla Luna” o “su Marte” saltano fuori siti… un po’ troppo particolari.
Ho iniziato quindi a fare qualche schizzo su carta di come volevo il portale. Doveva essere imponente, dall’aspetto alieno, che portasse sottoterra ed appoggiato sulla parete interna di un immenso cratere. Volevo anche una porta fuori dagli schemi, qualcosa che potesse anche sembrare impossibile da aprire. Il disegnare un po’ di alternative mi ha aiutato parecchio a trovare uno stile che mi piacesse, ma soprattutto mi ha fatto capire che sarei dovuto scendere a parecchi compromessi sull’imponenza del portale per poterlo tenere di dimensioni ragionevoli e soprattutto compatibili con la mensola dove sarebbe stato esposto.
Dopo una veloce prova in cartone per controllare le dimensioni rispetto agli astronauti ho iniziato ad intagliare la struttura in polistirolo, usando una vaschetta dello yogurt per la forma del condotto sotterraneo e del cartone per le ante della porta. Ho inciso dei simboli sui pilastri laterali e un motivo strano (nella mia mente un cartiglio mancante) sull’architrave. Non ero però pienamente soddisfatto dalla parte finale dei pilastri, nella mia testa ci mancava qualche dettaglio per completarli. Ho pensato a lungo a qualcosa stile bracieri, ma non ho trovato nulla in casa che potesse ricordarne la forma. Ho quindi preso un vecchio cavo del telefono, sguainato i fili e creato una struttura a tubi che potesse sembrare una presa d’aria o uno sfiatatoio che mi ha soddisfatto abbastanza per continuare.
Fatto questo ho iniziato a ragionare sulla base. Volevo un paesaggio lunare, con parecchi crateri e una collina su cui appoggiare il portale. Il tutto senza eccedere i 25 centimetri di dimensione della mia mensola. Dopo un po’ di sperimentazione ho notato che potevo far stare tutto quello che volevo su una base 24x15cm, il che non sembrava male come risultato. Ho quindi tagliato un altro pezzo di polistirolo dove ho iniziato ad inciderci qualche avvallamento e qualche collinetta. Per tenere i crateri crateri il più possibile rotondi ho usato il pezzo dei tappi in plastica che rimane sulla bottiglia una volta rotto il sigillo, visto il risultato direi che è stata una buona idea. Un abbondante strato di cartapesta è servito a nascondere la plastica, amalgamare il tutto e creare qualche striatura e motivi tipici di un terreno brullo. Ho però evitato di coprire la strada d’ingresso, dove ho pensato che lasciare intravvedere il motivo a nido d’ape del polistirolo potesse dare un aspetto un po’ più artificiale, in questo punto mi sono limitato a scavare qualche solco come se qualcosa con cingoli fosse uscito dal portale.
Iniziando a vedere qualcosa di concreto, mi sono accorto che sarebbe stato tutto troppo grigio. Pensando a come aggiungere un po’ di colore, senza allontanarmi troppo l’idea del paesaggio lunare, mi è venuto in mente di aver visto un tutorial su come fare dei modellini di cristalli. Mi è sembrata una buona idea, ed i tre di prova mi sono piaciuti abbastanza per entrare a far parte del modello finale. Inoltre, mi è subito piaciuta l’idea di metterli nei crateri, come se nel meteorite che li avesse creati ci fosse stato qualcosa in grado di far crescere un cristallo.
Arrivato al momento di verniciare, mi sono reso conto di non aver mai fatto nulla di simile a queste rune. Ho quindi fatto un piccolo obelisco di prova solo per sperimentare la tecnica e tre colori diversi per le incisioni. Il risultato mi è piaciuto al punto che questo pezzo è entrato a far parte del modello finale. Nella mia testa è o una pietra miliare o un cippo che descrive l’ingresso poco avanti; gli astronauti investigheranno e, probabilmente, troveranno la risposta.
Data la mano di colore base, dove ho voluto far risaltare il portale virando un po’ sul blu, ho aggiunto vari livelli livelli di luci ed ombre, incluso qualche riflesso colorato attorno ai cristalli ed una mano di colla vinilica sulle rune per renderle un po’ traslucide, prima di trovarmi soddisfatto del risultato.
L’ultimo passaggio è consistito nel rimuovere le basi dai piedi dei vari astronauti ed incollare il tutto al paesaggio. A questo punto ho potuto scattare qualche foto più seria.
A voi il risultato finale.