Resoconto di Lucca Comics and Games 2012

Quest’anno sono stato al Lucca Comics and Games. Andare alla più grande fiera italiana del fumetto e dei giochi mi era parsa una buona idea per staccare un po’ la spina della assillante quotidianità e ricaricare le batterie. Devo dire che è andato tutto ben oltre le mie aspettative!

Ma partiamo con ordine a fare un breve resoconto della mia esperienza.

L’organizzazione

L’organizzazione dell’evento, nonostante sia decisamente meticolosa per potere gestire tutta quella mole di visitatori, lascia ancora qualche margine di miglioramento. Nel particolare in due occasioni mi è parso si fossero persi in un bicchiere d’acqua: i parcheggi e i bracciali di ingresso.

I parcheggi sono ben segnati sulla mappa presente sul sito e quelli più distanti dal centro offrono un servizio di bus navetta gratuito che passa talmente di frequente da non lasciare il tempo di annoiarsi durante l’attesa. Sul sito però non menzionano le tariffe. Posso dire che quello scelto da me era di 7€ al giorno, il che tenendo conto del servizio di navetta non lo considero nemmeno troppo eccessivo, non so però quanto facessero pagare gli altri.
Il problema organizzativo che ho riscontrato è che non sono attrezzati per i camper! Mi spiego meglio, nella mia organizzazione ho puntato direttamente al parcheggio del polo fieristico (da notare che il polo fieristico è un capannone fuori città mentre la manifestazione si svolge interamente nel centro storico) perché era il più vicino all’uscita dell’autostrada e, dalla visione aerea di google maps, appariva in uno spazio abbastanza aperto da non dovere creare problemi di parcheggio anche con un mezzo un po’ più ingombrante di una macchina.
Arrivato però noto una bella sbarra orizzontale abbastanza bassa da impedirmi l’ingresso al parcheggio, chiedo ai parcheggiatori informazioni e questi non mi sanno indicare se gli altri parcheggi permettono l’ingresso ai camper, mi dicono però che se pago posso stare sulla strada d’ingresso e sperare che la polizia non passi a multare.
Notando la mia faccia allibita a questa affermazione, partono un po’ di telefonate col gestore del parcheggio che decide che pagando cifra doppia posso stare tranquillamente sulla strada senza paura di multe.
Ok, tra le mie rimostranze di fronte a tutto questo (notando soprattutto che il parcheggio era per tre quarti chiuso e che nel frattempo erano arrivati altri cinque camper ad ingombrare la strada d’accesso) il parcheggiatore mi fa notare che non è l’unico problema, ma effettivamente per tutte quelle persone non era previsto nemmeno un wc pubblico di quelli da cantiere.

Altro problema che ho notato è sull’ingresso. Dato che la fiera è sparsa in numerosi capannoni e sale in vari punti della città, oltre al biglietto d’ingresso ti danno anche un bracciale di carta (presumibilmente per evitare che più persone possano usare in tempi diversi lo stesso biglietto). Ad ogni padiglione però chiedevano di vederli entrambi, non ho capito per quale motivo.
Inoltre, avendo fatto il biglietto per due giorni consecutivi, il secondo giorno ho notato la vera disorganizzazione a riguardo: nella quasi totalità dei padiglioni entravo esibendo il bracciale e il biglietto esattamente come il giorno precedente; uno però mi ha contestato dicendo che con l’acquisto del biglietto mi avrebbero dovuto dare due braccialetti di colore diverso (uno per giorno) cosa che non era avvenuta; mentre un altro mi ha bloccato dicendo che il secondo giorno avrei dovuto fare nuovamente la fila in biglietteria perché mostrando il biglietto e il bracciale precedente avrei avuto quello nuovo.
Ora, posso capire che il bracciale sia fatto per non poterselo passare di persona in persona, ma proprio per questo potrebbero risparmiarmi la fatica di prendere il biglietto dal portafoglio ad ogni ingresso. Inoltre, se ho due bracciali diversi per due giorni chi mi impedisce di legarmi un bracciale al mio polso e l’altro a quello di un amico e usufruire così dello sconto seconda giornata? Magari ci sarà una logica dietro a questo, però ammetto che non mi sono posto nemmeno il problema di chiederla.

La fiera

Come già detto la fiera si svolge in vari padiglioni sparsi per il centro storico, la cosa migliore è attrezzarsi della cartina e girarli pian piano, anche perché qualcuno è fuori dal grosso agglomerato e quindi si rischia di perderlo.

Si possono principalmente comprare fumetti, giochi, dadi di tutte le forme e colori e gadget di serie televisive, anime e quanto di più strano si possa immaginare.
Questa è forse la parte più dolente: non essendo alla ricerca di numeri introvabili di fumetti particolari né essendo un giocatore accanito, speravo nei gadget di ricordo. Il problema è che hanno prezzi abbastanza spropositati: ho visto la mappa del malandrino venduta a più di 30€, le bacchette di Harry Potter a 35€ ed il giratempo a 40€; per quella cifra li voglio funzionanti! Le action figure più piccole scendevano a prezzi leggermente più ragionevoli, ma erano comunque costose se si pensa al loro valore effettivo e soprattutto alla loro utilità. Non essendo un vero appassionato ho quindi lasciato passare.

Lo stand di Guild Wars 2 mi ha invece deluso. Doveva avere una zona tutta sua nei bastioni delle mura, arrivato però trovo una semplice mostra di wallpaper e concept art che si possono tranquillamente vedere sul loro sito. Il ragazzo presente all’ingresso mi spiega quindi che ci sono stati problemi il giorno precedente (principalmente di collegamento ad internet) ed hanno dovuto spostare tutto il resto nel padiglione dell’area game. Mi dirigo quindi al padiglione games dove a fatica trovo il responsabile che mi spiega come l’unica cosa possibile sia provare il gioco, il merchandising non è in vendita ma tornando il giorno successivo avrebbero organizzato dei giochi dove si sarebbe potuto vincere qualcosa. Inutile dire che di sabato la coda per entrare al padiglione games era a dir poco sconfortante, quindi ho rinunciato alla speranza di portarmi a casa un tappetino del mouse o un Rytlock in miniatura.

Luigi Cecchi, in arte Bigio, mentre fa uno schizzo di Katy (personaggio di Drizzit) sulla prima pagina di Deficients & Dragons

Paolo Aldighieri, in arte eriadan, mentre disegna Chiarafalce sulla prima pagina di “eriadan 10: una decade in minuscolo”

Degli altri due eventi sono invece rimasto soddisfatto: mi ero annotato la presenza di Luigi Cecchi, in arte Bigio ed autore di Drizzit, e quella di Paolo Aldighieri, autore di eriadan, due web comics che seguo e trovo molto belli. Dopo una buona coda, sono riuscito ad entrare in possesso di una copia dei loro ultimi albi autografati.
Devo dire che la cosa mi ha lasciato piacevolmente stupito: conoscere di persona coloro che ti hanno fatto divertire, riflettere e sognare sui tratti di bei disegni; vederli ridere e scherzare tra i loro fan e trovarli così disponibili a fare veloci disegni autografati, è stato decisamente bello; seppur nella ressa di un tendone troppo piccolo per contenere tutte le persone presenti.

 I cosplayer

La parte che però mi è piaciuta più di tutto è stato vedere tutti i cosplayer aggirarsi tra le strade. Un po’ come fosse un carnevale tematico, anche se con uno spirito diverso.

Mi ha sorpreso notare come non fosse una tendenza unicamente giovanile: nonostante la maggior parte delle persone in costume fosse così ad occhio attorno ai vent’anni, era facile trovare per strada volti che non avevano bisogno di trucco per simulare le rughe né di coloranti per fare le barbe bianche.

I più attenti si atteggiavano addirittura come i personaggi che personificavano: ho visto un Borat abbastanza inquietante nella sua quasi nudità, un Venom fatto così bene che un bambino aveva paura di avvicinarsi, un jedi che averebbe potuto fare la controfigura di Qui-Gon ed una famiglia tutta vestita da Gli incredibili.

Non mancavano poi le versioni più a parodia, come un gruppo di principesse Disney con tanto di barba e sigari, o il Robin Hood di Mel Brooks con a seguito gli uomini della foresta rigorosamente in calzamaglia e con un vecchio stereo in spalla esattamente come nell’intro del film.

È stato divertente trovare un gruppo di guardie imperiali, vedere una persona che si avvicina chiedendo se potevano fare una foto col figlio e subito dopo un signore che si avvicina chiedendo se potevano fare anche una foto con “un bambino di cinquant’anni”, lui.

Impazzivo infine per tutti i vestiti in stile steampunk, alcuni veramente affascinanti nella cura dei dettagli tra occhialoni da aviatore e fucili decorati da una miriade di ingranaggi in ottone.

Molto bello anche il clima amichevole, pieno di persone che quando ti notano con la macchina fotografica alzata si mettono in posa o che comunque sono disponibilissimi a fermarsi per una foto al primo accenno di richiesta.

Considerazioni finali

Di sicuro è stata una gran bella esperienza. Non so se ci tornerò l’anno prossimo: ci sono ancora troppi fattori in gioco per potere fare programmi, di sicuro però non mi sento di escluderlo.

So per certo però che se tornerò mi organizzerò in maniera diversa. Molto probabilmente mi fermerò in un paese vicino collegato dalla linea ferroviaria: la stazione è proprio all’ingresso delle mura, vicino ad una biglietteria. Ho visto che i treni regionali passano ogni ora circa, basta che l’ultima corsa non sia troppo presto e può essere una valida alternativa per rimanere fuori dal traffico (che comunque mi aspettavo peggiore).
Molto probabilmente non farei nemmeno l’ingresso per le due giornate, ma solo per una, in modo da potere comunque fare un giro per le mostre e le bancarelle, ma poi gustarmi la seconda giornata interamente per le strade. Alla fine, la parte più bella della fiera era guardare i visitatori: ho quasi riempito la memoria della macchina fotografica, non mi era mai successo di fare così tante foto in soli due giorni 🙂

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