Everworld – recensione

Non troppo tempo fa avevo scritto la recensione del primo libro della saga fantasy di Everworld, ora che ho finito la serie è arrivato il momento di scrivere una recensione completa.

Innanzitutto le basi: la saga consiste in dodici libri pubblicati, in lingua originale, tra il 1999 ed il 2001. Non ho trovato su Internet dichiarazioni riguardo sequel, prequel o spin off, quindi direi che ormai può considerarsi conclusa. I libri sono molto brevi, in media di 200 pagine ciascuno e di facile l%ttura, non è troppo difficile finirne uno in due giorni. Dividerò questo articolo in sezioni cercando di relegare gli spoiler tutti in un unico punto, in modo da non rovinare la sorpresa a chi volesse leggere questa storia.

La trama

La storia è di per sé semplice: un gruppo di ragazzi dei nostri giorni viene trascinato in un mondo parallelo, per l’appunto Everworld. Questo mondo fu costruito secoli addietro dai vari dei che dominavano la terra (presumibilmente irritati dall’evoluzione della società umana) per ritagliarsi una piccola oasi di felicità dove potere continuare a farsi venerare, o talvolta tiranneggiare, i propri popoli.

Everworld quindi appare come un mondo a patchwork, dove in pochi giorni di cammino si può passare da una fredda ambientazione nordica piena di vichinghi, ad un deserto creato sulle sponde di un fiume per ospitare gli egizi. Nonostante tutto l’ambientazione rimane prevalentemente di stile fantasy medievale.

Purtroppo accade che l’equilibrio creatosi in Everworld viene rotto a causa dell’arrivo di una razza aliena, gli Hetwan. Questa razza, oltre ad essere molto bellicosa, porta con sé un dio che si ciba unicamente degli dei di Everworld. Gli altri dei però non sono capaci di organizzarsi per una guerra contro il nemico comune, un po’ per loro inettitudine ed un po’ perché la maggior parte di essi non riesce a concepire la reale entità della minaccia. Succede quindi che Loki, per scappare al pericolo, prepara un piano per fuggire da Everwold e tornare a quello che loro chiamano il Vecchio Mondo, ovvero il nostro mondo.

Si scopre quindi che i due mondi sono scollegati, se non fosse che ogni tanto, nel nostro mondo, nasce una persona con dei poteri speciali in grado di fare da porta di collegamento. Questa persona è Senna, una ragazza adolescente, dal carattere alquanto riservato, che una mattina viene rapita e trascinata in Everworld. Durante questo strappo tra i due mondi accade che vengano trascinati dall’altra parte anche altri quattro ragazzi: David, Jalil, Christopher ed April, in quella che sembra troppo strana per essere una coincidenza visto che in qualche modo tutti erano legati a Senna.

A questo punto la storia si concentra sulle vicende dei quattro, Senna praticamente sparisce e quelle poche volte che si riunisce al gruppo per lo più crea scompiglio. I ragazzi si trovano in un certo modo imprigionati in questo mondo, senza sapere come fuggire, e quindi il loro unico scopo diventa semplicemente riuscire a sopravvivere. Questa sorta di prigionia è però resa più strana dal fatto che scoprono di trovarsi a vivere due vite parallele: una parte di loro vive nel mondo reale mentre un’altra in Everwold, quando quest’ultima si addormenta le due coscienze e le memorie si riuniscono. La storia quindi è per lo più seguire le vicende dei ragazzi che di volta in volta si trovano in una parte diversa di questo strano mondo, a fronteggiare nuovi dei e popolazioni non sempre amichevoli.

Il finale – SPOILER

Il filone principale della storia rimane abbastanza piatto fino al nono libro, Sulle rive del Nilo, dove Senna si riaggancia alla compagnia e si scoprono i suoi piani e le motivazioni che la spingono a tanto.

Senna ha avuto un’infanzia difficile, cresciuta solo con la madre, sapeva di essere in un certo senso diversa dalle altre persone, perché anche la madre lo era. Succede però che un giorno la madre sentendo che c’erano problemi in Eveworld, e temendo per la propria vita, abbandona Senna dal suo padre e fugge in Everworld cercando rifugio e protezione tra gli dei egizi.

Senna a questo punto si trova in una famiglia nuova, non pienamente accettata in quanto figlia illegittima: la matrigna nonostante i suoi sforzi la vedrà comunque sempre come la prova del tradimento del marito. Inoltre questo stato di esclusione è accentuado dalla sua diversità, quindi tende ad isolarsi sempre più.

Crescendo prende però sempre più coscienza dei suoi poteri e riuscendo anche lei a percepire che sarebbero arrivati problemi da Everwolrd, prepara le cose in modo da trascinare con sé durante il suo rapimento gli altri quattro ragazzi, ognuno scelto accuratamente con per scopo ben preciso: David con l’istinto innato dell’eroe avrebbe sempre cercato di salvarla; Jalil razionale e calcolatore avrebbe dovuto scoprire il funzionamento delle dinamiche più nascoste di questo strano mondo; Christopher irriverente e scostante avrebbe garantito che il gruppo non avrebbe mai legato abbastanza per riuscire a crearle problemi; infine April, la sorellastra di Senna, avrebbe fatto da collante al gruppo per evitarne la disgregazione.

Il compito quindi di questi ragazzi, nei piani di Senna, è di creare abbastanza scompiglio per permetterle di avere una via di fuga e sopravvivere abbastanza per avere il tempo di reclutare un esercito di folli esaltati dal nostro mondo, riempirli di armi e farli arrivare ad Everworld in modo da potere conquistare potere e diventare una sorta di regina o tiranna.

Il piano prende la sua forma nell’undicesimo libro, L’inganno del mago, dove Senna fa entrare il suo esercito ed attacca il castello dove i ragazzi sono rifugiati con l’intenzione di ucciderli, dal momento che sono gli unici a conoscenza della tecnologia che intende usare. Lo scontro è decisamente impari e vinto dall’esercito di Senna, ma nel momento in cui si bea della vittoria, grazie all’aiuto di Merlino ed alla prontezza di David, April riesce a colpire mortalmente Senna e nello scompiglio generale creatosi riescono a fuggire.

La storia termina con l’ultimo libro, SOS per il grande mago, con i ragazzi che si rendono conto che, essendo morta la persona che teneva aperto il portale tra i due mondi, loro sono destinati a scomparire da uno dei due. Il lato positivo è che tendono a scomparire dal mondo a cui sono legati di meno. Il primo a fare la scelta è David che, troppo disinteressato alla sua vecchia vita, vede in Everwolrd il posto dove potere vivere una grande avventura. Inoltre ha già uno scopo ben preciso: aiutare Merlino a formare un esercito abbastanza potente da contrastare da un lato l’esercito di Senna, che senza un capo opera come una serie di schegge impazzite, dall’altro l’avanzata degli Hetwan. La scelta invece è più difficile per Christopher però, quando si rende conto di essersi innamorato in Everwold, preferisce anche lui lasciarsi alle spalle una vita insulsa che l’avrebbe portato quasi certamente a d)ventare alcolizzato come i genitori. Jalil è più combattuto, da un lato la vecchia vita ordinata con una ragazza che stava iniziando a frequentare, dall’altro un mondo dove è libero dalla sua sindrome ossessiva compulsiva e dove può sfruttare appieno le sue conoscenze scientifiche; alla fine decide anche lui per Everworld. April invece, sempre stata sicura di volere tornare alla vecchia vita e dimenticare gli orrori di Everworld, era l’unica che aveva iniziato a sparire dakEverworld, se non fosse che alla fine si rende conto che anche lei preferisce questo strano mondo ed i nuovi amici e quindi rimane con gli altri a preparare l’esercito per proteggere Everworld dalle sue minacce.

Il libro si conclude con un articolo di giornale che riporta le strane circostanze della sparizione di cinque diversi ragazzi accomunati dal frequentare tutti la stessa scuola.

Lo stile

La storia è narrata in prima persona ma il personaggio narrante, pur rimanendo sempre uno dei cinque ragazzi, cambia di libro in libro. Questo stile purtroppo appesantisce la lettura perché in ogni libro il primo capitolo è dedicato ad una sorta di riassunto delle puntate precedenti, dove il narratore di turno rispiega le dinamiche di Everworld conosciute fino a quel momento.

Inoltre lo stile di narrazione non riesce a differenziarsi in base al narratore, quindi capita di trovarsi a leggere le pagine iniziali aspettando che vengano elencati i nomi dei compagni di viaggio per vedere chi manca e capire quindi chi sta formulando questi pensieri.

I personaggi invece, nonostante gli sforzi, non sono ben caratterizzati. Nonostante in più punti della storia vengono descritti i loro caratteri, rimangono sempre descrizioni fatte da uno di loro: non si riesce a capire il loro vero essere e soprattutto come cambiano lo stile di pensare dalle loro azioni. Ad un certo punto ogni personaggio inizia a ripetere che vivere in Everworld ha cambiato tutti loro, ma se non ci fossero loro a dirlo non si capirebbe seguendo la storia perché il loro comportamento non cambia significativamente. Inoltre anche le descrizioni dei loro caratteri sono spesso brevi e superficiali, lasciando l’impressione di personaggi alquanto stereotipati.

Infine la storia generale avanza molto lentamente nel libro, dando l’idea che molte delle cose narrate siano solo riempitive. Idea che è accentuata dal fatto che i libri sono veramente piccoli e che quindi la scelta di pubblicarne così tanti sia più dettata da motivi editoriali piuttosto che dalla necessita di spezzare una storia troppo lunga.

Conclusioni

La saga mi ha lasciato decisamente perplesso non tanto per il finale anomalo, quanto per la carenza nella caratterizzazione dei personaggi e la presenza di molte storie unicamente riempitive. Sicuramente se nei racconti si fossero approfonditi meglio i personaggi la storia ne avrebbe risentito in maniera fortemente positiva.

Non mi sento di sconsigliarne a priori la lettura, ma sicuramente non vale i quasi cinque euro di prezzo di copertina di ogni libro. Può comunque essere una lettura leggera con un po’ di spunti interessanti.

Concludo questa recensione con una lista delle citazioni che mi hanno colpito di più:

Senna è scomparsa

Era una corsa sciocca, prosciugava ogni energia. E io stavo andando in battaglia, una battaglia che non era affar mio, circondato da uomini semplici e ignoranti che non facevano parte del mio universo, con una missione da compiere per volere di una dissennata divinità mitologica. E mi resi conto che in quel momento ero felice come mai ero stato in tutta la mia vita.
— David

Voglio dire, la scuola superiore dura quattro anni e sembra un’eternità. E poi dovrai lavorare per altri trenta, quarant’anni. Quarant’anni della tua vita. Salire in macchina, guidare nel traffico, lavorare, tornare a casa e portare i bambini a comprarsi le scarpe nuove…
— David

Non me ne importava niente di niente. Me n’era mai importato qualcosa? Se sì, ora non più. Ero lontanissimo da tutto questo. Il reale mi sembrava irreale. Il familiare mi era estraneo. Mi ero addormentato in una scena a colori forti e mi ero svegliato in un’altra scena, in bianco e nero, più tutti i toni del grigio.
— David

Un mondo impossibile

Come ritrovare casa vostra? La casa non si trova, si fa.
— Merlino

Il mago

La malattia mentale rappresenta il limite dell’amicizia.
— April

Tutte le volte che credevo di averlo capito, David mi sorprendeva. Ma immagino che succeda così con tutti. Non riesci mai a conoscere veramente nessuno, mai fino in fondo.
— April

Nel regno di Hel

Ero nella terra della follia. Ma qui la follia era tutta all’esterno. Addormentata sarei tornato alla terra dove la follia era dentro di me.
— Jalil

Guerra sull’Olimpo

Silenzio, Ermes. Fintanto che costui dice la verità è sotto la mia protezione
— Atena

Perché continuare a parlare di come era bella la scuola, perché continuare a raccontare di quelle amicizie così profonde, quando era evidente che quelle “amicizie” erano svanite a pochi minuti dal diploma?
— April

L’albero dei due mondi

Probabilmente non avrei sorriso comunque. Ce l’ho, un sorriso, sono capace di sorridere… solo che non è mai la prima cosa che mi viene in mente di fare.
— Jalil

S.O.S. per il grande mago

Ho dei ricordi che non se ne andranno mai. Adesso vedo tutto quello che c’è qui in modo molto diverso. Le cose che prima sopportavo, adesso non le sopporto più.
— Jalil

 

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