Prime impressioni di Singapore: l’impatto col cibo

Con oggi è passata la prima settimana del mio soggiorno a Singapore, è quindi d’obbligo scrivere un post a riguardo. Per non rubare visitatori al blog dei miei amici, proverò a concentrarmi sulle mie impressioni personali piuttosto che su informazioni utili a chi voglia venire in questa città.

Innanzitutto bisogna dire che è totalmente diverso qua, non solo è impossibile scordarsi di non essere in Italia, ma è pure difficile immaginare di essere in Europa. Troppe cose continuano a ricordarti che non sei per nulla vicino a casa: la vegetazione strana; il clima paragonabile alle giornate più calde di un agosto torrido mentre il sole tramonta alle 7 come se fosse mezza stagione; la metropolitana costantemente sovraffollata di gente che ha i lineamenti decisamente diversi da quelli europei; i centri commerciali di dimensioni a dir poco notevoli ed una cucina totalmente diversa non solo da quella italiana, ma anche da quella che possiamo trovare nei ristoranti orientali in Italia.
La cosa bella è però che tutte queste diversità non mi mettono a disagio, anzi, mi incuriosiscono: in ogni angolo c’è qualcosa di curioso, ad ogni pasto si può mangiare qualcosa di diverso e c’è sempre qualcosa di nuovo da scoprire.

Tra tutte le cose che si possono dire (e che pian piano dirò) quella che mi ha colpito di più tra tutte è il rapporto che qua hanno col cibo. Mangiare fuori casa qua è la norma: si può spendere veramente poco pur avendo un pasto equilibrato e soddisfacente.

Vanno molto le Food court che sostanzialmente sono degli spazi molto ampi, sotto tendoni o nei centri commerciali, con una serie di tavoli al centro e circondati da una marea di negozietti che fanno (quasi) ogni genere di cibo.

Quello che quindi conviene fare è camminare con un po’ di calma guardando gli ampi tabelloni che quasi sempre riportano le foto, scegliere quello che si vuole mangiare, ordinare e poi cercarsi un posto dove consumare il pasto.

A questo punto potrebbe sembrare un po’ come una nostra festa campestre aperta però tutto l’anno, beh, non proprio.
Di sicuro c’è molta più scelta, oggi ad esempio ho cenato con una zuppa. Ma oltre alle notevoli dimensioni del piatto, la cosa carina è che non si sceglie da un menu, ma la si compone!
Al banco sono infatti presenti una serie di vassoi dai contenuti più disparati (praticamente alla totalità delle cose esposte non sono in grado di dare un nome), si prende quindi un piattone ed un paio di pinze per alimenti e si sceglie cosa si vuole mangiare. Finita la scelta si passa il piatto in cassa dove in base a quante cose si è preso si paga. A questo punto, sotto i tuoi occhi, buttano le varie pietanze a cuocere per poi restituirti il piatto pronto.

Altra cosa che mi ha spiazzato riguardo al cibo, ma che mi ci sto abituando in fretta, è come si mangia. A differenza di quanto si possa pensare, non si usano sempre e solo le bacchette. A seconda della pietanza la scelta può ricadere o sull’accoppiata cucchiaio e forchetta, o su bacchetta e cucchiaio cinese; i coltelli invece non sono mai presenti.
Quando si mangiano cibi in brodo si usano bacchette e cucchiaio cinese. Il cucchiaio è più grande di quelli “normali” ed ha un manico più corto e più storto; in questo modo è più comodo per prendere grosse quantità di brodo e per accogliere il contenuto che viene solitamente posato nel cucchiaio aiutandosi con le bacchette.
Per i cibi più secchi (ad esempio riso con contorni vari) vengono utilizzati forchetta e cucchiaio “classici”; il cibo è già tutto tagliato, quelle rare volte che serve fare pezzi più piccoli è sufficiente fare un po’ di forza con le due posate; quindi la forchetta viene usata per accompagnare il cibo sul cucchiaio e dal cucchiaio poi si porta alla bocca.

Tra tutto, una cosa a cui invece trovo difficile adattarmi, è che qua non c’è l’abitudine di bere a tavola. Semplicemente compensano avendo cibi molto umidi. Qualora non lo fossero per natura, c’è quasi sempre una scodellina di brodo a parte.

Che dire, ho già provato un po’ di cucine diverse, ma devo ancora imparare a riconoscerle. Appena ne sarò capace proverò a scrivere un altro articolo in cui spiego le differenze.

A presto!

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