Questo blog non era nato per diventare un diario di viaggio. Ma durante questi anni mi sono accorto che mi piace raccontare dei posti che visito. Forse perché lo considero un modo per ampliare i propri orizzonti, o forse perché posso usarla come scusa per pubblicare qualche bella foto. Sta di fatto che interrompo questo lunghissimo periodo di silenzio per raccontare del mio ultimo viaggio. Inizio quindi una breve serie di articoli partendo a parlare di Paestum.
Inizio dando le informazioni minime per contestualizzare il discorso: Paestum è un’antica città della Magna Grecia, si trova in provincia di Salerno (Campania), ed attualmente è famosa per i suoi scavi archeologici che contengono tre grandi templi greci. Come nota a margine, ricordo che è un bene protetto dall’UNESCO.
Ora però preferisco smettere di scrivere di informazioni di carattere pratico ed iniziare a lasciar fluire un po’ le emozioni e le impressioni che questo magnifico posto mi ha suscitato.
Gli scavi
Gli scavi sono grandi, ma in un’ora si può comunque fare una buona passeggiata che copra le cose più belle da vedere. Se si entra con una guida e la voglia di approfondire ogni cosa vista invece è meglio considerare di stare un po’ più a lungo.
Come tutti gli scavi così antichi, la maggior parte dei resti si limita a delle fondamenta. Colpiscono però i tre immensi templi che spiccano nella zona. La loro imponenza è notevole, basta passarci accanto per sentirsi piccoli. E la cosa fa ancora più impressione se si pensa che sono riusciti a sopravvivere per circa duemilacinquecento anni.
Una pecca che mi vien da dire è che le recinzioni di protezione impediscono di avvicinarsi a meno di qualche metro dai templi. Nonostante capisca gli ovvi problemi di sicurezza ed i rischi legati ad un’apertura totale, avrei veramente voluto poter passeggiare tra quelle immense colonne per riuscire ad apprezzarne meglio la loro grandiosità e la storia che trasmettono.
Come ultima nota devo dire che, nonostante gli scavi fossero nella media ben curati, l’erba cresceva un po’ irrispettosa nelle zone più perimetrali ed i cartelli con le descrizioni erano in uno stato di generale abbandono. Avrei inoltre gradito qualche cartello aggiuntivo per dare spiegazioni un po’ più corpose anche degli spazi meno appariscenti.
Il museo
Col biglietto d’ingresso agli scavi, è incluso anche l’accesso al museo che si trova appena fuori dal perimetro degli scavi stessi. Nonostante sia piccolino devo dire che merita parecchio: ho speso circa due ore girando tra le sue sale e non sono comunque stato a leggere tutte le descrizioni che erano presenti.
La cosa che colpisce di più è la ricostruzione dei colori: da studi fatti sui reperti è emerso che i templi greci erano colorati in modo molto appariscente. Purtroppo tali colori non hanno retto il tempo, facendo arrivare a noi la classica figura delle colonne bianche che è poi stata presa a modello nelle epoche successive.
Effettivamente su alcuni frammenti esposti si possono notare dei pallidi accenni di colore, che sono poi stati riportati alle brillantezze originali su delle copie esposte nella sala centrale. Devo dire che vedere queste decorazioni così colorate dà un aspetto un po’ pacchiano rispetto alla candida semplicità che siamo abituati a pensare dell’architettura greca.
Un’altra cosa che ho trovato interessante scoprire è che una buona parte delle cose esposte nel museo proviene da tombe rinvenute nelle vicinanze. Tali tombe furono scoperte durante la seconda guerra mondiale mentre gli alleati stavano spianando un terreno per farne una pista d’atterraggio. Fortunatamente furono abbastanza acculturati da capire l’importanza del ritrovamento ed iniziare i lavori atti alla catalogazione e conservazione del patrimonio ritrovato.
Conclusioni
Devo dire che è stato veramente un bel pomeriggio. Forse perché è da un po’ di anni che ho voglia di fare un giro a vedere l’Acropoli di Atene, e Paestum è la cosa che si avvicini di più che mi è capitata di visitare.
Direi che, trovandosi nelle vicinanze, vale veramente la pena di dedicare una mezza giornata alla visita di Paestum. Alla peggio anche solo per fare una passeggiata dall’esterno ed ammirare un po’ da distante questo pezzo di storia che è giunto fino a noi.